la vita di giordano bruno
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Elisabetta I
Elisabetta I

Nicolò Copernico
Copernico


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Londra
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La società inglese al tempo di Bruno

La cronaca pungente del Nolano

Bruno è un cronista d’eccezione: dalla sua penna apprendiamo come la vita sociale inglese, nella corte stessa, non sia affatto all’insegna della raffinatezza, malgrado gli sforzi prodigati dalla regina Elisabetta.
Innanzitutto la città non si presenta per nulla in buono stato: le strade sono poco sicure, le sponde del Tamigi inagibili per il fango che imprigiona i turisti, in tutta la città non c’è illuminazione notturna. Le persone sono rudi e maleducate, specialmente nei confronti degli stranieri. Non è possibile passeggiare tranquillamente per strada: si rischiano percosse.
Bruno ci dà nella Cena un vivido ritratto della società inglese, divisa in ceti ben distinti: da una parte c’è la corte, la diva Elisabetta, «che per titolo e dignità regia non è inferiore a qualsivoglia re, che sii nel mondo» e i suoi gentiluomini «la generosissima umanità di quali è tanto conosciuta dal mondo, nominata insieme con la fama della Regina e regno»; dall’altra c’è la plebe, una plebe formidabile «la quale è una sì fatta sentina che, se non fusse ben ben suppressa da gli altri, mandarebbe tal puzza e sì mal fumo, che verrebbe ad offuscar tanto il nome di tutta la plebe intiera, che potrebe vantarsi l’Inghilterra d’aver una plebe, la quale in essere irrespettevole, incivile, rozza, rustica, salvatica e male allevata non cede ad altra, che pascer possa la terra nel suo seno».
Ci sono poi i servitori, che Bruno distingue e considera in modo diverso, secondo la civiltà che sono in grado di dimostrare.
Eppure, neppure nel bel mondo vigono le buone maniere: le abitudini degli inglesi a tavola sono, agli occhi pungenti di Bruno, a dir poco discutibili. Tutti bevono dallo stesso boccale e il gentiluomo forestiero che si trova in mezzo all’allegra brigata deve adeguarsi al rito, «temendo esser tenuto incivile e discortese; perché qua consiste tutto il termine della civiltà e cortesia».
Non solo nei modi, ma anche nella moda gli inglesi del Cinquecento rivelano un gusto grossolano: memorabile la descrizione che Bruno tratteggia dei dottori di Oxford.
Nella seconda metà del Cinquecento la società inglese era abbastanza stratificata: ne facevano parte i braccianti, i piccoli affittuari (copyholders), i ricchi contadini (yeomen), la piccola nobiltà rurale (gentry), l’aristocrazia (i lords) e il clero.





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