Il secondo viaggio di Bruno a Oxford
Bruno ritorna nel mese di agosto
Dopo il successo di giugno, Bruno ritorna nel mese di agosto ad Oxford, per tenervi alcune lezioni. Dai registri dell’università non risulta alcun passaggio del Nolano, ma l’inquieto filosofo a Parigi, al bibliotecario dell’abbazia di Saint Victor, Guillaume Cotin, suo confidente, racconterà di aver «leu à Oxouford».
Oltre alla testimonianza del Nolano c’è anche il ricordo di George Abbot, che ha assistito alle lezioni:
«Quando quell’omiciattolo italiano, che si autodefiniva Philotheus Iordanus Brunus Nolanus, magis elaborata Doctor etc. con un nome certamente più lungo del suo corpo, visitò nel 1583 la nostra università al seguito del duca polacco Alasco, non stava nei panni per il desiderio di compiere qualche memorabile impresa, di divenire famoso in quel celebre ateneo. Ritornandovi non molto tempo dopo, quando, con molta più audacia che saggezza, ebbe occupato il posto più alto della nostra migliore e più famosa scuola, rimboccandosi le maniche come un giocoliere e facendoci un gran parlare di chentrum
et chirculus et circumferenchia (tale infatti è la pronuncia del suo paese natio), egli intraprese il tentativo, fra moltissime altre cose, di far stare in piedi l’opinione di
Copernico, per cui la terra gira, e i cieli stanno fermi; mentre, in verità, era piuttosto la sua testa che girava, e il suo cervello che non stava fermo».
In questo straordinario ritratto vediamo all’opera Bruno: si è rimboccato le maniche, è salito in cattedra e ha iniziato a divulgare agli inglesi il nuovo verbo copernicano.
Eppure qualcosa non va per il verso giusto: Bruno venne accusato di essere un plagiario, un copione.
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