La disputa con Underhill
“Fatevi dire con quanta inciviltà e discortesia procedea quel porco”
Quel povero dottore era
John Underhill: lo conferma una postilla di George Harvey, contenuta in
Marginalia: «Jordanus Brunus Neopolitanus Oxonij disputans cum Doctore Underhil tam in theologia quam in philosophia
omnia revocabat ad locos topicos et axiomata Aristotelis; atque inde de quavis materia promptissime arguebat».
Certamente Bruno in quell’occasione fa bella figura e non si dimentica di scriverlo: «Fatevi dire con quanta inciviltà e discortesia procedea quel porco, et con quanta pazienza et umanità quell’altro che in fatto mostrava esser napoletano nato et allevato sotto più benigno cielo».
C’è un piccolo particolare da rilevare: il povero dottore, il porco oxoniense è un protetto del conte di Leicester e di Francis Walsingham, e diventerà vescovo di Oxford nel 1589. Si tratta dunque di un personaggio di spicco del mondo accademico e religioso inglese, di quel mondo che Bruno sbeffeggia senza pietà: ad Oxford - così scrive il Nolano nel
De la causa - «li dottori vanno a buon mercato come le sardelle, perché come con poca fatica si creano, si trovano, si pescano, cossi con poco prezzo si comprano», ma non basta: essi non solo sono ignoranti, ma anche pecoroni, di una «rustica inciviltà».
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