La letteratura e la vita di corte
Influenza italiana e francese
Che religione professano i colti cortigiani di
Elisabetta e che rapporto hanno con la letteratura della corrotta Roma dei Papi?
Nello
Shepheardes Calender e nella
Faerie Queen, Spencer fa pubblica professione di protestantesimo. Ma sono proprio i trattatisti italiani a consigliare ai giovani poeti di esordire con pastorali e il modello letterario dello
Shepheardes Calender sono le ecloghe di Giovan Battista Spagnoli, detto il Mantovano. I poeti vicini alla corte tendono a imitare modelli italiani non solo nei loro libri, ma anche nella loro vita. I trattati di comportamento del resto sono diffusi alla corte di Elisabetta tanto quanto quelli di politica (Pontano, Machiavelli, Patrizi) erano stati in voga al tempo di
Enrico VIII: Hoby traduce
Il Cortegiano (1561), Robert Paterson
Il Galateo (1576), Pettie i primi tre libri della
Civil Conversazione di Stefano Guazzo e Young lavora forse alla traduzione del quarto mentre Bruno si trova in Inghilterra.
Sydney, patron indulgente dei puritani, la cui figura è circonfusa da un alone di leggenda, ha costruito la sua vita sul modello del perfetto gentiluomo, valoroso in armi e dotto nelle lettere, descritto da Baldassar Castiglione.
Accanto all'influenza italiana è sensibile l'affermarsi del gusto francese, soprattutto per quanto riguarda la lirica: il petrarchismo, già diffuso alla corte di Enrico VIII da Wyatt e Surrey, è ora contaminato con i modelli della nuova poesia francese, in particolare
Ronsard e Du Bellay. Anche nella produzione teatrale cortigiana l'influenza della tradizione italiana converge con quella francese, sia nella scelta dei soggetti, sia nel rapporto con le fonti classiche: Seneca tragico, per fare solo un esempio, approda al teatro inglese via Italia (Trissino, Dolce, Girardi Cinzio), o Francia (Joelle, Grévin, Garnier).
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